I miei genitori mi hanno dato un nome africano, Barack, che vuol dire “benedetto” pensando che in un’America tollerante
il nome che si porta non sia un ostacolo al successo. Hanno immaginato che sarei andato nelle migliori scuole del paese anche se non
erano ricchi, perché in un’America generosa non si ha bisogno di essere ricchi per realizzare le proprie potenzialità.
Quando abbiamo superato delle prove apparentemente insuperabili; quando ci hanno detto che non eravamo pronti o che non dovevamo provare
o che non potevamo, generazioni di americani hanno risposto con una semplice frase che riassume lo spirito di un popolo.
Sì, noi possiamo.
È stato un credo, scritto dai padri fondatori, che dichiararono il destino di una nazione.
Sì, noi possiamo.
È stato sussurrato da schiavi e abolizionisti, che tracciarono un sentiero verso la libertà.
Sì, noi possiamo.
È stata cantata da immigrati catturati da lidi lontani e pionieri, spinti verso ovest in uno spietato deserto.
Sì, noi possiamo.
È stata la chiamata di lavoratori che si sono organizzati; donne che hanno ottenuto il diritto di voto; di un Presidente che ha scelto
la luna come nuova frontiera; e un Re, che ci ha condotto alla vetta e indicato la strada per la Terra Promessa.
Sì, noi possiamo per la giustizia e l'uguaglianza.
Sì, noi possiamo per la prosperità e l'opportunità.
Sì, noi possiamo guarire questa nazione.
Sì, noi possiamo riparare il mondo.
Sì, noi possiamo.
Sappiamo che la battaglia sarà lunga, ma dobbimo ricordare che non importa quali ostacoli incontreremo nel nostro cammino, nulla può
frapporsi al potere di milioni di voci che chiedono il cambiamento.
Noi vogliamo cambiare!
È stato detto che non possiamo farlo da un coro di cinici... saranno solo più forti e stonati...
Ci hanno chiesto di fermarci e guardare la realtà. Siamo già in guardia contro chi offre al popolo di questa nazione false speranze.
Ma nella strana storia che è l'America, non vi è mai stato nulla di falso nella speranza.
Noi vogliamo cambiare!
Io voglio cambiare!
Ora le speranze della bambina che va a scuola in un sobborgo di Dillon, sono gli stessi sogni del ragazzo che studia per le strade di
Los Angeles; noi ci ricorderemo che qualcosa è successo in America; che noi non siamo così divisi come ci suggerisce la politica;
che siamo un unico popolo; una nazione; e, insieme, inizieremo il prossimo grande capitolo della storia americana con tre parole che
risuoneranno da costa a costa, dal mare al mare splendente:
Sì, noi possiamo.
In America nulla è impossibile
My parents gave me an African name, Barack, means "blessed", believing that in a tolerant America
the name is no barrier to success.
They imagined me going to the best schools in the land, even though they weren't rich, because in a generous America you don't have to
be rich to achieve your potential.
When we have overcome seemingly insurmountable evidence, when we were told that we were not ready or that we should not try or that we
could not, generations of Americans have responded with a simple phrase that sums up the spirit of a people:
Yes, we can!
It was a creed written into the founding documents that declared the destiny of a nation.
Yes, we can!
It was whispered by slaves and abolitionists as they blazed a trail toward freedom.
Yes, we can!
It was sung by immigrants as they struck out from distant shores and pioneers who pushed westward against an unforgiving wilderness.
Yes, we can!
It was the call of workers who organized; women who reached for the ballot; a President who chose the moon as our new frontier; and a
King who took us to the mountain-top and pointed the way to the Promised Land. (
yes, we can)
Yes, we can to justice and equality.
Yes, we can to opportunity and prosperity.
Yes, we can heal this nation.
Yes, we can repair this world.
Yes, we can! Si, Se Puede!
We know the battle ahead will be long, but always remember that no matter what obstacles stand in our way, nothing can stand in the way
of the power of millions of voices calling for change.
We want change!
We have been told we cannot do this by a chorus of cynics who will only grow louder and more dissonant.
We've been asked to pause for a reality check. We've been warned against offering the people of this nation false hope.
But in the unlikely story that is America, there has never been anything false about hope.
We want change!
I want Change!
The hopes of the little girl who goes to a crumbling school in Dillon are the same as the dreams of the boy who learns
on the streets of LA; we will remember that there is something happening in America; that we are not as divided as our politics
suggests; that we are one people; we are one nation; and together, we will begin the next great chapter in America's story with three
words that will ring from coast to coast; from sea to shining sea.
Yes, We Can!
In America, nothing is impossible!