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Feste e Tradizioni in Sardegna
Antiche tradizioni del folklore sardo



La prima sensazione che si prova quando si arriva in Sardegna, è quella di trovarsi in un altro mondo! Da noi si possono rivivere emozioni mai provate, e con un po' di fortuna si puo' riuscire a scoprire anche qualcuno dei tanti misteri che contribuiscono a rendere la nostra terra unica e apprezzata da tutti.
La Sardegna, come qualcuno è abituato a pensare, non è solo mare, natura o sport, ma anche tradizione e cultura, un luogo di miti ancestrali, di usi, costumi e tradizioni secolari ancora intatti e preservati fino ai giorni nostri da un isolamento millenario. Feste religiose e riti pagani sono un continuo ritorno al passato, al ricordo di una vita contadina intrisa di sacro e di profano. Per questo le sagre paesane sono un importante momento culturale della nostra terra.
E come in tutte le civiltà agro-pastorali esse nascono dai cicli stagionali del lavoro legato alla terra, come momenti propiziatori della fertilità, ma anche liberatori dalle ansie dell’incertezza quotidiana.

Le feste in Sardegna sono però anche e soprattutto un modo per riaffermare l’orgoglio di una identità sempre presente, a conferma di una specificità che è fortemente sentita,  non a caso sono anche i momenti del ricongiungimento famigliare, del rimpatrio, del ritorno.

Le feste o Sagre in Sardegna sono innumerevoli e si dividono fondamentalmente in due gruppi: quelle tradizionali di carattere prevalentemente sacro e le sagre legate al raccolto. Abbracciano tutto l'arco dell'anno, anche se si concentrano maggiormente nella bella stagione, quando in pratica anche il clima ne facilita la riuscita.
  • Sant'Antonio Abate
Sant'Antonio Abate, (17 gennaio, in tutta la Sardegna): Culto antico dal valore propiziatorio che affonda le sue radici nel paganesimo. Ci si lascia alle spalle il solstizio d’inverno e si celebra l’allungarsi delle giornate e l’imminente arrivo della primavera. Il Santo, nella religione cristiana, è considerato un profondo oppositore delle tentazioni e delle fiamme dell’inferno. Sant’Antonio Abate si festeggia infatti con il rito del fuoco. Successivamente ai riti religiosi e la benedizione del fuoco, imponenti roghi di ceppi, simboli di luce, una volta accesi, diventano il punto di aggregazione della popolazione, che trascorre la notte a mangiare prevalentemente dolci tipici tradizionali, bere e cantare in allegria attorno al fuoco.
Alcune località anticipano al 16 gennaio.

Nota: In Sardegna la festa apre il carnevale che in alcune località da il via alla prima uscita ufficiale delle maschere sarde.
  • "Lunissanti" (Lunedì Santo - Lunedì dopo la domenica delle Palme)
La Pasqua, che è per l’isola la ricorrenza più importante, si arricchisce di tanti elementi originali, come per il "Lunissanti" (Lunedì Santo) a Castelsardo, che offre la suggestione di una città illuminata per l’occasione solo dalle fiaccole e di una processione che si snoda accompagnata da canti struggenti.
Nota: Se vi dovesse capitare di passare per Castelsardo nella sera del Lunedì Santo, resterete all’inizio un po’ intimoriti nel vedere una processione di persone incappucciate, che portano in mano corone di spine e croce, mentre tutto il paese, illuminato solo dalle fiaccole, risuona di canti ancestrali.Dopo il tramonto, il centro storico di Castelsado, illuminato soltanto fiaccole rette da Li Fraddeddi (i confratelli) e Li Sureddi (le consorelle), inizia la processione La Notti Santa.
  • La Festa di Sant'Efisio
All’insegna del colore si apre il 1 di Maggio a Cagliari, con la sfilata delle "traccas", caratteristici carri addobbati trainati da buoi, in occasione della festa di Sant’Efisio.
La Sagra, che si ripete ogni anno in ricordo della peste del 1657 scongiurata dal santo, nasce come una processione in costume di gruppi vestiti nei loro abiti tradizionali provenienti da tutti i paesi dell'isola. La processione, con il simulacro del santo, parte da Cagliari, si ferma presso la chiesa di san Giorgino dove si preleva la statua del santo e prosegue fino ad arrivare alla chiesa di Nora dedicata a Sant'Efisio, costruita nel luogo in cui il santo sarebbe stato martirizzato nel IV sec d.C. La processione riprenderà la strada per Cagliari solo il 4 maggio.

Nota: Questa processione ha un carattere molto serio, tanto che non sono permessi né canti né balli, ma attira l’attenzione di migliaia di pellegrini da tutta l’isola.
  • La Cavalcata di Sassari
Sassari è teatro anche della Cavalcata Sarda, che si svolge solitamente la penultima domenica di maggio, e che non ha alcun carattere sacro, ma è una festa istituita dai Savoia per accogliere ospiti illustri in visita. Si comincia la mattina con la sfilata a cavallo o a piedi in abiti tradizionali di gruppi che arrivano da ogni parte dell'isola. Sono più o meno 80 comunità diverse con altrettanti abiti e tradizioni. Oltre che una festa allegra e suggestiva è un modo per poter ammirare i vari costumi che non sono più usati quotidianamente, ma vengono sfoggiati in queste occasioni. Gli abiti sardi sono particolarmente variopinti e colorati, sgargianti quelle delle donne, spesso arricchiti da curatissimi ricami e gioielli in filigrana, più severi quelli degli uomini.
Si distinguono molto da paese a paese in quanto hanno subito le influenze dei popoli invasori del passato. Su di essi si può leggere la cronistoria del paese, di ciò che ha vissuto, osservando le differenze e individuando da che dominazione provengono: romana, catalana, ispano-moresca etc. questa è la principale causa dell'eterogeneità dei costumi sardi.
La manifestazione prosegue nel pomeriggio all'ippodromo cittadino dove cavalli e cavalieri si esibiscono in ardite pariglie e figure acrobatiche, per terminare in serata nella Piazza d'Italia con i canti e i balli tradizionali sardi, sulle note di launeddas e fisarmoniche, che si protraggono per buona parte della notte.

Nota:
  • L'Ardia di San Costantino
L'Ardia è una manifestazione tradizionale che si tiene a Sedilo in occasione della Sagra di San Costantino, il 6 e 7 luglio di ogni anno. E’ una rituale processione a cavallo, protagonisti impavidi cavalieri che si lanciano in una corsa vertiginosa lungo un percorso scosceso, dando vita a uno spettacolo sanguigno e ancestrale, di forte tensione, per raggiungere il santuario dedicato all'imperatore romano Costantino I (Santu Antinu), che nel 312 sconfisse Massenzio, usurpatore a Roma, nella battaglia di Ponte Milvio.
Nota: La corsa è guidata da un capocorsa, sa prima pandela, seguito da altri due cavalieri, sa secunda e sa terza, e da tre scorte, che rappresentano Costantino e il suo esercito. Vi partecipano, inoltre, anche un centinaio di cavalieri che, rappresentano i pagani guidati da Massenzio.
  • La Discesa dei candelieri "Faradda di li candareri"
La "Faradda di li candareri" a Sassari è un evento veramente spettaccolare. E' una festa religiosa molto antica, che si celebra ogni anno il 14 agosto, e fu istituita come voto alla Madonna per essersi liberati dalla peste. Essa consiste nel portare in spalla nove grossi candelieri, pesanti e riccamente addobbati, per le vie del centro storico fino alla chiesa di Santa Maria di Betlem, dove saranno celebrati i riti sacri.
I nove candelieri rappresentano i "Gremi", vale a dire le corporazioni dei lavoratori che fanno quasi ballare il pesante fardello a ritmo di tamburo. Tutto intorno alla festa religiosa c'è un mondo di bancarelle con cibi e oggetti tradizionali e non, che fa ormai parte integrante della celebrazione stessa.

Nota: Le alte colonne di legno che vengono trasportate a braccia dai portatori che ballano al ritmo del tamburino e del pifferaio erano in origine dei ceri, offerti alla Vergine dai Pisani sin dal XIII secolo, ma tanto forte è la cultura popolare da aver aver portato avanti nei tempi questo rito, pur diventato una processione senza preti, facendone l’evento focale di un’intera comunità.



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